Il manto dello Spirito

Su ali d'aquila

Domenica 18 dicembre - VI di Avvento (A)


La festa del Natale ormai alle porte ci porta a domandarci in questi giorni come ci stiamo preparando a rivivere la prima venuta di Cristo in mezzo a noi. La Parola di questa domenica sembra tutta orientata a farci entrare appieno in questi giorni che ci separano dal Natale, guardando al mistero che si compie in Maria: Dio si fa carne, viene ad abitare in mezzo a noi passando dal grembo di una ragazza.

Per entrare nel mistero la liturgia ci invita anzitutto a cogliere due atteggiamenti spirituali di fondo.

Il primo ce lo ricorda il profeta Isaia. Il profeta invita il suo popolo ad aprire le porte, a spianare le strade, a sgombrare le vie, perchè viene il tuo Salvatore. Anche noi in questi giorni siamo invitati a un tempo di riconciliazione, a un tempo dove non ci dobbiamo sentire giudicati da chi vive con noi il sacramento o dai nostri errori, ma ci dobbiamo sentire amati, perchè il Silgnore viene per te! Il Signore viene per amore, e viene donandosi tutto. Le vesti di colui che viene sono rosse, dice il profeta, a significare come il suo amore è talmente grande che passa dal dono totale di sè. Non c’è amore senza un donarsi totale: e quanti esempi di donazione abbiamo attorno a noi! E da questi esempi che comprendiamo che lo sgombrare le strade della nostra vita non passa solo dal dare un nome ai nostri peccati, ma anche dal rendere grazie al Signore per i segni di vita che ci ha donato, per i segni di amore che ci ha messo accanto.

Il secondo atteggiamento è la gioia. Siate lieti raccomanda l’Apostolo ai Filippesi. Siate lieti, la vostra amabilità sia conosciuta a tutti, perchè il Signore è vicino. E il segreto della gioia, continua Paolo, risiede nel fermarci e nel stare con il Signore, nel vivere la sosta della preghiera e del dialogo con lui. E queste righe Paolo le scrive nel tempo della prigionia, un tempo di sofferenza e di lontananza da questa comunità che lo ha tanto amato. In questi giorni viviamo come comunità il saluto alle nostre suore. Potremmo vivere l’atteggiamento di chi continua a domandarsi o lamentarsi del perchè vengono mandate via. Se certamente sentiremo la loro assenza nelle prossime settimane, penso che il regalo più bello che potremo dare a loro è il come vivremo questo distacco da loro. Il loro carisma ci ha insegnato a sostare davanti al Signore nell’eucarestia, carisma che ha plasmato un modo di stare della comunità davanti all’eucarestia e che il mio predecessore ha cercato anche di portare nella vita dell’oratorio. Il regalo più bello che possiamo fare a loro è proprio questo: quello di imparare a fermarci come comunità e come oratorio davanti all’eucarestia, davanti a colui che si dona per noi, per riscoprire il segreto della vera gioia, che non risiede nel fare tante cose, ma nel lasciarsi amare per imparare ad amare come lui. L’esuberanza gioiosa di suor Saula, la pacatezza e le osservazioni capaci di sguardo lontano di suor Franca sono il frutto di un continuo sostare davanti all’eucarestia, di un sostare davanti alla fonte della nostra gioia.

E con questi due atteggiamenti che la Parola ci fa entrare nella casa di Nazareth. Di fronte alle domande e al turbamento che Maria vive, l’angelo la invita a non temere, a non avere paura. E di fronte alla domanda lecita sul come farà ad essere la madre di questo bambino visto che ancora vive il tempo del fidanzamento, la risposta dell’angelo è una risposta di consolazione: lo Spirito Santo scenderà su di te e ti coprirà con la sua ombra. Maria accoglie Gesù, il Dio che salva perchè si è lasciata coprire dal manto del Padre, dal fuoco dello Spirito. Non si è abbandonata a calcoli e ragionamenti, si è affidata. In questa domenica carissimi lasciamoci anche noi coprire dal manto dello Spirito, da quel manto che continua a coprire le scelte di vita, comprese quelle delle nostre suore e della nostra sorella che vive con loro il cammino di formazione. Lasciamoci coprire da questo manto, perchè anche noi possiamo dire: avvenga per me secondo la tua Parola, con la libertà dell’eccomi di Maria.

E allora il Natale che celebreremo non sarà solo la memoria della prima venuta di Cristo, ma sarà il Natale del nostro accogliere la sua umanità e il suo desiderio di incontrare il nostro sguardo, la nostra vita!
 

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